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Sono molti i benefici positivi che un ambiente come il Parco Avventura può portare a chi affronta i suoi percorsi; si può infatti lavorare sia sull’individuo – ad esempio sulla propriocettività – sia sul gruppo e le sue dinamiche

Lernen, mit Dingen in einem konstruktiven Kontext umzugehen

Trovarsi in una situazione fisica molto particolare come quella che si vive in Parco può essere un’occasione per crescere anche da un punto di vista emotivo: lavorare sull’equilibrio e sulla forza in un percorso può portarti a lavorare anche su equilibrio mentale e fiducia in se stessi. In questo senso entra in gioco quella dimensione propriocettiva, cioè la percezione della posizione e del movimento del nostro corpo nello spazio indipendentemente dalla vista. Imparare a muoversi in un percorso che può mettere in difficoltà, ma in un contesto comunque sicuro, permette di lavorare su se stessi senza cadere in situazioni stressanti.

Oltre alla propriocezione, un altro contesto in cui il Parco può rappresentare una soluzione è la sperimentazione dell’elemento naturale. La società in cui viviamo pone la gran parte di noi in ambienti urbani con pochi spazi riservati alla natura e questa situazione si è acuita fortemente nel periodo della pandemia. Già da tempo questo problema è noto e nel 2005 Richard Louv, giornalista e scrittore americano, in Last child in the Woods del 2005 ha iniziato a parlare di deficit di natura (Nature Deficit Disorder), cioé la mancanza di rapporti con la natura che coinvolge quei bambini che vivono in agglomerati urbani, molto spesso grandi città, e che non hanno contatti frequenti con ambienti verdi.  Secondo Louv, la relazione uomo-natura provoca influenze positive sulla capacità di apprendimento, sulle relazioni sociali e anche sulla formazione del senso etico. In un periodo in cui l’iperconnessione tecnologica può rappresentare un ostacolo alla relazione con l’ambiente fisico che ci circonda, affrontare dei percorsi stimolanti in un ambiente naturale può offrire una vera e propria “boccata d’aria”.

Abbiamo parlato dell’individuo ma ricordiamo che il Parco può essere un’ottima occasione per rafforzare i gruppi di tutti le età. Pensiamo soprattutto alle scuole: negli anni scorsi sono state costituite classi di ragazzi e ragazze – che in un periodo di crescita delicato come quello dell’adolescenza – hanno potuto interagire perlopiù attraverso uno schermo. Lavorare allora insieme su un gruppo con attività di team building in un ambiente naturale può essere una scintilla di nuove amicizie o di consolidamento dei gruppi.